giovedì, giugno 05, 2008

_tante cose da scrivere e poco tempo per farlo

quando ho deciso di aprire questo blog, la mia idea era quella di aggiornarlo quotidianamente, quasi fosse un diario di viaggio... forse pensavo che l'immensa dilatazione del tempo nei balcani mi avrebbe concesso ogni giorno qualche minuto di tempo per farlo. tempo non ce n'e' stato - e non ce ne sara' nei prossimi giorni, gli ultimi di questo mio rocambolesco ma istruttivo e divertentissimo pellegrinaggio in terra balcanica. avrei ancora tante cose da scrivere su belgrado, sarajevo, su mostar, soprattutto, dove mi sono fermato solo pochi giorni ma dove ho avuto la fortuna di vedere tante cose, guidato dal calore e dalla simpatia dei tanti mostarini che mi hanno accompagnato nelle mie gite urbane (ma gli stessi ringraziementi sono dovuti ai miei amici di belgrado e sarajevo... mostar e' stata l'ultima tappa e me n'e' ancora rimasto un pezzo attaccato, forse...).
non c'e' stato il tempo di fare quello che volevo, dicevo, col blog, ma anche con la mia ricerca: ho parlato con tante persone ma avrei potuto conoscerne molte di piu', ho scattato un sacco di foto, ma non abbastanza e sicuramente non le migliori... e tutto per la mia innata tendenza a rimandare a domani quello che potrei fare oggi (a belgrado una ragazza, quasi come se mi conoscesse da sempre, mi ha regalato una spilla con su scritto in serbo proprio questa frase, che purtroppo mi ha accompagnato per tutti questi giorni...). ma non e' stata solo colpa mia, i balcani sono complessi, tanto, e poco piu' di due mesi non bastano a comprenderli, ad abbracciarli tutti, in senso fisico proprio...
mi sono fatto catturare dagli interminabili caffe' accompagnati da 500 sigarette, dalle tante, troppe forse, loza serali, dal cazzeggio dei sempre affollatissimi, a qualunque ora del giorno, bar balcanici (ma chi lavora qui, se stanno sempre tutti al bar?). ma non rimpiango il tempo cosi' "sprecato", le poche cose che ho imparato di questi posti in fondo le ho imparate tutte nelle kafane, nelle burekžinica, nelle panchine dei parchi...
ho una marea di appunti, di foto, di registrazioni e soprattutto di ricordi. e ricordi soprattutto di persone, non di luoghi. cosa che potrebbe sorprendere dato il tema della mia ricerca, che voleva interrogarsi sui luoghi e sui loro sensi. ma sono stati tanti piccoli sensi individuali a svelarmi altrettanti piccoli sensi di questi luoghi.
recuperero' al mio ritorno in italia, postando tutte le riflessioni che avrei dovuto scrivere "in diretta" e che appuntavo qua e la', in linguaggi e modalita' solo da me comprensibili, nei posti piu' improbabili. provero' a tenere in vita, cambiandone il progetto originario, questo blog, usando i pochi momenti in cui posso usare internet per postare piccoli aggiornamenti e segnalazioni.
ve ne do' subito una, ma non dovete ringraziare me, ma Maja, che mi ha fatto conoscere questo fotografo straordinario, Ron Hazin, che della guerra in ex-jugo ha saputo cogliere l'anima piu' profonda solo attraverso piccoli dettagli quotidiani, di una quotidianita' di guerra, a volte cosi' difficile da rappresentare o anche solo da immaginare...
infine, un saluto a cicciosax e a tutti gli amici di burekeaters: tenete duro, abbiamo bisogno di voi.

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