domenica, febbraio 03, 2008

_presentazioni...

Allora, direi di partire dalle generalità: mi chiamo Francesco Mazzucchelli e sono un dottorando in Semiotica dell'Università di Bologna.
Vado subito al dunque: perché questo blog e perché questo strano titolo? Provo a spiegarmi (e a giustificarmi). Attualmente, sto lavorando ad un progetto di ricerca, per la mia tesi di dottorato, sul problema del restauro architettonico e urbano, affrontato da un duplice punto di vista: il primo è prettamente semiotico, e qui, senza scendere in ulteriori noiosi dettagli, le questioni più rilevanti sono il problema copia/originale-falso/autentico e il problema dello studio della temporalità e della diacronia all'interno di un approccio semiotico; il secondo è più, diciamo così per amor di semplicità, culturologico, nel senso che sto provando ad affrontare le problematiche relative al restauro considerandone gli aspetti non solo estetici ma anche quelli, per così dire, etici e politici.
Ciò vuol dire essenzialmente che quello che faccio nella mia tesi è paragonare ogni intervento di restauro architettonico (soprattutto quando riguarda "beni" che rivestono un particolare valore simbolico) ad una vera e propria pratica di scrittura, una scrittura del tutto peculiare, che agisce su quel particolare testo sociale e palinsestuale costituito dalle nostre città
Del restauro mi interessano dunque in particolare gli aspetti politici, quelli legati ai tentativi, da parte della comunità che li attua, di ricollegarsi al proprio passato, di inscrivere in esso la propria identità e la propria idea di presente e di futuro.
Visto così, il restauro diventa una forma di scrittura, e non solo una scrittura nella memoria, nel retroterra condiviso che fa da collante ad una società; ma anche e  soprattutto una scrittura della memoria, attraverso cui una società "costruisce" il proprio passato, stabilisce una continuità con i suoi eventi passati e si appropria di una identità, attraverso quella che Lotman, il grande semiologo russo, chiamerebbe capacità di "auto-rappresentazione".
Se quindi il restauro può essere studiato anche e soprattutto a partire dalle sue valenze identitarie, valoriali e culturali, particolarmente interessanti saranno quei casi in cui particolarmente controversa o combattuta o sofferta è la scelta del modo in cui si vuole ricordare il proprio passato, o anche la scelta di quale passato ci si voglia ricordare. 
Uno dei momenti storici in cui le questioni relative alle ricostruzioni e ai restauri urbani si impongono con più forza (aggravando i termini del normale dibattito attorno alle scelte da adottare, termini comunque quasi mai "pacifici") è quello in cui un paese esce da un evento catastrofico e distruttivo come un conflitto armato. La distruzione causata da un evento bellico è paragonabile ad un trauma collettivo e l'intervento di restauro, in questi casi, assume il significato di una sorta di "cerimoniale di riparazione all'evento luttuoso subito", per usare le parole dell'architetto/restauratore Paolo Marconi. Per queste ragioni, ho deciso di restringere il campo e focalizzare l'attenzione su una classe specifica di interventi di restauro: i restauri post-bellici.
Ecco spiegato a grandi linee a grandi linee - così come lo spiegherei a mia nonna, per seguire il consiglio di una mia professoressa - il succo del mio progetto. Tutto ciò ancora non spiega il titolo del blog, balkan-scapes, ma per questo dovrete aspettare il prossimo post.

7 commenti:

cicciosax ha detto...

Eh piacere di conoscerti! Interessante la semiotica ;-) Dà un'occhiata qui, se ti va: www.myboite.it/burekeaters

Anonimo ha detto...

soccia FRANCESCO, bravo! questo lo capirebbe davvero anche mia nonna. eppure è tutt'altro che banale. annalisa

Anonimo ha detto...

Ciao simpatico soggeto, poco pratico ma di mente raffinato ed eletto!
Son Paola e vivo a Belgrado, da poco tempo, in verita' abito il centro discussamente indipendente di Kumodaz!, ma non e' poi cosi' male come pare!...
Mi tratterro' nel "Paese che non c'e'", ancora per l'irrisorio periodo di 6 mesi!!!
Sto collaborando con il centro Culturale Rex, Fondazione B92,..e ......credo che potro' resistere a tutto: il cibo non e' affatto male, il clima europeo, il divertimento assicurato, la politica una leggera eseperazione della nostra, la situazione economica una metafora della nostra! ...o una predizione!....Ma una cosa proprio non riescoa sopportare ! non poter parlare o sentir parlare toscano per i prossimi 6 mesi!!!! anche un "moccolo" ogni tanto , in mancanza di meglio , potrebbe allietare le mie sofferenze!...eh ehe he....
Comunque apparte gli scherzi!La tua tesi di dottorato mi pare se non latro originale e meditata, quindi ti auguro buon lavoro! buona visione delle belle signorine slave, di cui abbonda la sfortunata terra della ISOLACIA, e mi auguro di leggerti ancora!!!!
saluti,
Paola1!!

Unknown ha detto...

grazie paola vieni a trovarmi spesso e salutami belgrado che mi manca tantissimo! io adesso sono a sarajevo e anche questa e' una citta' magnifica, dovresti vederla. ciao

Anonimo ha detto...

Buongiorno a tutti, sarei interessata ad approfondire la mia conoscenza di progetti similari a quello seguito da Paola. Attendo info in merito Hvala! Erica

Anonimo ha detto...

Il tuo blog è davvero interessante! Mi aveva già affascinato quando me ne hai parlato e devo dire che è davvero ben fatto! Offre diversi spunti di riflessione anche a chi si occupa di tutt'altro ed è ignorante in materia, come me! Per esempio, tu credi davvero che sia possibile la convivenza tra culture talmente diverse? O è solo il compromesso di un popolo "unito" dalla stanchezza della guerra? Solo immergendosi nel loro quotidiano, come hai fatto tu, è possibile giungere ad una conclusione... se c'è! Comunque ottimo lavoro cugino! Certo non mi sorprende... sei sempre stato il più "grande"! Continua così... un abbraccio! Agata

architutto ha detto...

Bok! Piacere di fare la tua conoscenza Francesco...ho molto apprezzato i tuoi post riguardo alle architetture belgradesi e non solo...sono un appassionato di Balcani e ci sono stato diverse volte, principalmente in Croazia, ma ho attraversato la Bosnia in auto e sono stato a Guca e a Belgrado...e non vedo l'ora di tornarci, fosse possibile mi piacerebbe poterci lavorare per approfondire la mia misera conoscenza del serbo e del croato...complimenti di nuovo per il blog...hvala i vidimo se uskoro!!!! Marco